Milano
Termoli
Racconto
a più fermate
Un
viaggio tra sogno e realtà che riporta l’autore Lucio Rizzello alla sua origine
molisana. Si tratta di un percorso
all’incontrario di uno spezzone di vita di un uomo che vive e lavora a Milano, Milano che beve Campari tra carrozze
lucenti.,che trascina l'Italia verso un futuro migliore. Milano che ha scordato
le bombe e l’'odore di morte, che ha ancora tante ferite da ritrovare. Milano
che fa tardi la sera, che ingurgita olive al bancone di un bar. Milano Centrale.
e che da Milano vorrebbe scappare. È
una storia che si ripete spesso, la grande città con i sui abitanti: Eccoli qui i Milanesi che vanno di fretta
per arrivare in ufficio, con in testa la seicento che gli arriverà tra qualche
giorno, la moglie che vorrebbe una cucina nuova e la prossima cambiale che
dovranno pagare per permettersi tutto questo, e il pensiero che torna
indietro: Siamo a Vasto, a meno di un’ora
da casa. Guardando il cartello ripenso ai miei quattordici anni: fresco di
licenza media a mietere i campi per tutta
l’estate, a trasferire covoni nell'aia, trebbiare il grano, le fave ed il mais.
… C'è un luogo, a Termoli, dove la terra
declina veloce. Una striscia sottile di terra, poi anche la roccia si abbandona
alle onde. Da li è solo mare. Su quei frangiflutti di cemento, oltre i bastioni
del Borgo Vecchio, mi fermavo spesso a pensare. Gettavo i miei dubbi in quella
fluida distesa di verde e di azzurro che si confondeva col cielo,
all’orizzonte. Risacca schiumosa fin sotto i piedi mi mostrava come anche
l'enorme, l'immenso, sia in continuo movimento, mai saziato dal viaggio.
Ma
il racconto di Rizzello, che si svolge nelle 39 pagine di cui è composto il
libro è di più di un semplice ricordo sentimentale. È anche sofferenza per un
amore che sembra in bilico: entrambi
siamo cosi maledettamente fermi che
quasi, porca miseria … mi viene di nuovo da piangere dove chi sta
fermo con lui è l’altra sua metà, la donna che è ricordata con la poesia di
Edoardo Sanguineti
Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia …
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia …
Nel racconto vi sono diversi altri personaggi che
animano la trama e la rendono frizzante, come l’amico di Bologna o la maga del
treno. L’autore fa partecipe il lettore delle sue angosce e delle sue speranze
e lo fa con una vena intrisa di un sottile umorismo che rende del tutto
piacevole la lettura. Nessuno che abbia
trovato un istante per me, povero corridore scivolato malamente sul ghiaccio.
Non so quanti minuti sia rimasto li per terra, inebetito da quella flotta di
salmoni ben vestiti, fermo col naso in su a pensare che comunque, come a
Loreto, si tratta ancora e solamente di un problema di attrezzatura. Un nuovo
paio di scarpe, ho pensato, è questo tutto ciò che mi serve per essere felice.
Con
un finale che non è a sorpresa e che può sintetizzarsi in alcuni versi presi in
prestito da una canzone di Vinicio Capossela ( Sante Nicola ) che recitano: E Sante Nicola ci ha portato in dono le
parole per parlarci e scaldarci … per
non vedersi passare vicini e muti.
Paolo
Maccioni
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