(recensione per Abel book)
Si tratta di tre racconti noir scritti con un linguaggio denso e provocatorio, in quanto tendono a rappresentare realisticamente l’ambiente in cui ci si muove, al quale, dopo poche pagine di iniziale sconcerto, ci si abitua facilmente. Maurizio Pompei scrive, infatti, in modo essenziale e non si perde in fronzoli. I
concetti sono espressi con tratti fulminei in modo da dare immediato risalto all'azione. Il percorso da lui seguito per concludere il racconto è rapido, quasi
frettoloso, scevro da inutili appesantimenti descrittivi, per cui le pagine scivolano
senza fatica e l’ansia insita nell'agire del protagonista dei racconti, nel
primo e nel secondo l’autore parla in
prima persona, si inserisce gradatamente anche nel lettore pur smaliziato costringendolo a seguire velocemente le vicende narrate per giungere alla conclusione.
In una sola pagina vi sono tante azioni, nel nostro caso azioni
poco commendevoli, il libro è dichiaratamente un noir, e solo di tanto in tanto l’autore abbandona la
sua cruda esposizione dei fatti per lasciarsi andare a qualche considerazione
che è insieme un ricordo sbiadito del senso
di pudore, o un desiderio infantile e particolare, che gli fa pensare: ...
la nostra vita è costellata di vaste zone d’ombra che ci
nascondono il senso delle nostre scelte, dei nostri errori. Bisognerebbe che ci
fosse qualcuno che registrasse tutte le nostre azioni e poi ce le facesse
rivedere. Una stiratrice delle nostre
pieghe, dei nostri meandri e ci presentasse tutto ordinato, pulito.
Invece nulla, tutto rimane spiegazzato e ti ritrovi sempre più solo, sempre più
emarginato, sempre più …
dove può intravedersi quasi una giustificazione all'agire sconsiderato e folle di certe persone accecate da presunzioni e pretesti
diversi per compiere le loro infamità.
Sono soltanto piccoli intermezzi che interrompono la
serie infinita di scene cruente e orripilanti descritte nel romanzo tanto che
il lettore si chiede, almeno nel primo dei racconti che è anche il più
significativo e il più lungo, come il protagonista riuscirà a venirne a capo.
Invece la soluzione arriva puntuale e in perfetta sintonia
con il resto del racconto, ma non sarò certo
io a raccontarvela …
Posso solo dirvi che leggerei volentieri qualche altro
racconto di Maurizio Pompei.
Paolo Maccioni