mercoledì 31 ottobre 2012

Maurizio Pompei: noir come nero


(recensione per Abel book)


     Si tratta di tre racconti noir scritti con un linguaggio denso e provocatorio, in quanto tendono a rappresentare realisticamente l’ambiente in cui ci si muove, al quale, dopo poche pagine di iniziale sconcerto, ci si abitua facilmente. Maurizio Pompei scrive, infatti, in  modo essenziale e non si perde in fronzoli. I concetti sono espressi con tratti fulminei in modo da dare immediato risalto all'azione. Il percorso da lui seguito per concludere il racconto è rapido, quasi frettoloso, scevro da inutili appesantimenti descrittivi, per cui le pagine scivolano senza fatica e l’ansia insita nell'agire del protagonista dei racconti, nel primo e  nel secondo l’autore parla in prima persona, si inserisce gradatamente anche nel lettore pur smaliziato costringendolo a seguire velocemente le vicende narrate per giungere alla conclusione.
     In una sola pagina vi sono tante azioni, nel nostro caso azioni poco commendevoli, il libro è dichiaratamente un noir, e  solo di tanto in tanto l’autore abbandona la sua cruda esposizione dei fatti per lasciarsi andare a qualche considerazione che è insieme  un ricordo sbiadito del senso di pudore, o un desiderio infantile e  particolare, che gli fa pensare: ...
                 la nostra vita  è costellata di vaste zone d’ombra che ci nascondono il senso delle nostre scelte, dei nostri errori. Bisognerebbe che ci fosse qualcuno che registrasse tutte le nostre azioni e poi ce le facesse rivedere. Una stiratrice delle nostre  pieghe, dei nostri meandri e ci presentasse tutto ordinato, pulito. Invece nulla, tutto rimane spiegazzato e ti ritrovi sempre più solo, sempre più emarginato, sempre più …

            dove può intravedersi quasi una giustificazione all'agire sconsiderato e folle di certe persone accecate da presunzioni e pretesti diversi per compiere le loro infamità. 
     Sono soltanto piccoli intermezzi che interrompono la serie infinita di scene cruente e orripilanti descritte nel romanzo tanto che il lettore si chiede, almeno nel primo dei racconti che è anche il più significativo e il più lungo, come il protagonista riuscirà a venirne a capo.
     Invece la soluzione arriva puntuale e in perfetta sintonia con il resto del racconto, ma  non sarò certo io a raccontarvela …

Posso solo dirvi che leggerei volentieri qualche altro racconto di Maurizio Pompei.

Paolo Maccioni